Agosto è il mese più freddo dell’anno – 12

“Agosto è il mese più freddo dell’anno” (da una canzone dei Perturbazione) è un racconto a puntate. In un torrido giorno agostano, i personaggi qui raccontati, sono coinvolti in una rapina al portavalori. Questo il contesto: il quartiere di Montesacro, tra Tufello, Talenti, Valle Melaina, San Basilio, Fidene, Porta di Roma, Podere Rosa; gli ambienti sono: case popolari, Bar, parcheggi, muretti, scale di condominio, stradoni, buche e cantieri. Come sfondo alla rapina, si parla di amicizia, d’amore, e tra le righe qualche citazione: Pasolini, Calvino, Flaiano, Queneau e Ionesco. Una storia da Nulla, nel Nulla. Un luogo dove i personaggi affrontano le vite come se fossero in uno sceneggiato televisivo, perché qui i Media e la Tv sono l’Ara della cultura, e la legalità un mero punto di vista. Montesacro nel racconto è un luogo dove si dorme, si vive, si muore, soli.
In ogni parte del racconto troverete un link di un brano idoneo a fare da sottofondo alla lettura

Nota musicale:

Rapitori di Nani

Melissa e Davide si preparano ad uscire. Lo scorrimento del tempo è alternato su tre posti. All’interno del centro commerciale fermi immobili Riccardo e Gianni stanno accovacciati in un sottoscala. Melissa e Davide nelle loro abitazioni si preparano al loro primo appuntamento. Melissa prepara un borsone da viaggio. Rapida infila vestiti, ordina le cose, passa rapidamente da una all’altra stanza. Poi mette una tela a coprire il quadro. Vestito da due ore Davide seduto sulla poltrona, guarda lo specchio e fa facce seduttive, innalza le sopracciglia, controlla l’alito, fuma, spegne la sigaretta, beve una birra, guarda l’orologio. Ogni secondo cambia posizione più volte. Riccardo e Gianni lentamente, come delle pantere, si spostano all’interno del fabbricato, poi si siedono con le spalle al muro, respirando piano. Melissa mette un vestito comodo, jeans e scarpe leggere, si trucca in bagno. Davide guarda l’orologio. Si alza e va in bagno. Riccardo e Gianni trascinano l’attrezzatura nel garage. Melissa entra in cucina, apre il frigo e versa il cibo del cane in una ciotola. Vestito di tutto punto Davide si infila il passamontagna, passa davanti allo specchio, si riguarda. Riccardo si alza il passamontagna e si accende una sigaretta. Melissa fruga nella borsetta da cui esce di tutto. Davide entra in cucina, prende dal frigo tre birre e un pacco di patatine. Gianni estrae dalla borsa una bottiglietta di acqua, la porge a Riccardo. Davide prende il pacchetto con il libro e scende di corsa le scale. A Riccardo cade la bottiglietta, corre per le scale a prenderla. Melissa esce di casa, ruba un fiore sul pianerottolo e scende le scale. Davide arriva alla macchina, infila il libro e il frigo bar dentro, nervoso. Guarda verso il mercato. Rannicchiati in un sottoscala di cemento Gianni e Riccardo stanno immobili proni, in attesa.
Centro Commerciale al desk, torna Maurizio con la faccia attonita, e rivolgendosi al desk: «Poverino», guarda Marta: «Tutto bene, alla fine non è successo niente di drammatico».
Lucia: «Andate, fai il giro delle casse assieme alla guardia così andiamo a chiusura che entro un’ora voglio finire. Maurizio cortesemente lei l’accompagna?». Maurizio: «Volentieri, non c’è problema». E partono assieme mentre Lucia se ne va verso il caveau.
Davide è appoggiato alla macchina, alle sue spalle compare Melissa: «Eccoci». Davide apre l’auto, si infila dentro, prende il pacchetto e lo porge.
Melissa: «Un Ciao no?».
Davide: «Qquu.. qu.. questo è per te».
Melissa: «Carino, un regalo?».
Davide: «Muove solo la testa su e giù».
Melissa ridendo: «Lo dicevo che eri imbranato, come sto’ vestita così?».
Davide: «Sei bellissima».
Melissa: «Questo è un complimento?».
Davide : «No, la verità».
Melissa: «E cosa intendi tu allora per complimento?».
Davide: «Intendo dire che sei, uffa, scusa… bellissima sul serio».
Melissa gli porge il fiore: «Io desidero che tu lo prenda?».
Poi sorridendo scarta il pacchetto: «Cosa hai preso? I fiori blu? Bello, conosco questo libro». Davide ancora guardando il fiore “spero ti piaccia”.
Melissa: «Questa cosa io la trovo bellissima Melissa, l’ho studiato tanti anni fa e lo ricordo vagamente».
Davide: «Mi spiace».
Melissa: «Non devi, è un libro bellissimo. E non l’ho letto mai da adulta; se non mi piace te lo ridò, o lo riciclo a Natale a qualcuno di antipatico. Dai lo leggo volentieri, poi oltre che fare compagnia è anche il modo per dire chi sei. E questa scelta, non banale va per il momento a tuo favore, non rovinarla per cortesia».
Davide: «Mi sono fatto aiutare, un amico, vuole conoscerti, è gay».
Melissa: «Sei strano tu..».
Davide: «Pronta?».
Melissa: «Pronta!!!».
Davide: «Andiamo a liberare il nano», le porge il mephisto.
Melissa: «Devo pensare che fai sul serio».
Davide: «Si, o mi prendi per quello che sono, cioè un imbecille, o lasciamo perdere, mostro subito il peggio così poi non ci sono ripensamenti».
Melissa: «È la strategia più idiota che abbia mai sentito, di solito si dice degli odori, dell’amore, del colpo di fulmine che so, si fanno gentilezze».
Davide: «È per gente normale, ordinaria, non mi ci posso mettere, perdo il confronto».
Melissa ridendo con la mano davanti alla bocca: «Lo penso anche io. Quindi lo famo strano è la tua tattica?».
Davide : «Lascio perdere?», lo dice con la faccia di un bambino a cui è caduto il gelato in terra.
Melissa: «No, stavo scherzando; muoviti Diabolik è una vita che sogno di fare Eva Kant – e si infila il passamontagna – Su dai andiamo!», apre la portiera e si siede in macchina al posto di guida: «Però guido io». Allunga la mano e attende le chiavi.

Note musicali

Nel sottoscala del supermercato passa Lucia osservata da Riccardo e Gianni – che fa “sshhhh…” con la mano; si calano la maschera… si spostano da una parte per non farsi vedere. La porticina è rimasta aperta e Lucia non se ne accorge o fa finta di nulla.
Francesco è con Marta, raccolgono le sacche dalle casse, segue Marta che spinge il carrello. Entrano nel corridoio del caveau. Maurizio le dice: «Io adesso torno alla sala di controllo, faccio scendere il collega, a fra poco». Marta un po’ ruffiana, «Grazie» e sorride. Passata la porta taglia fiamme, Marta passa nel corridoio, sotto Gianni e Riccardo sorridendo. Gianni tocca la spalla a Riccardo, i due si scambiano un segno di intesa con la mano.
Sala monitor, interno supermercato, Maurizio: «Scusa il ritardo, la direttrice mi ha fermato e mi ha fatto fare un giro, è che co ste ferie c’ammazzano, il lavoro de quattro fatto da due.. ne ho le palle piene. Ecco ti ho portato il caffè».
Giancarlo: «Cos’è successo?».
Maurizio: «Un colpo di caldo, un vecchio ha dato di matto».
Giancarlo: «Mica è una novità».
Maurizio: «Certo che alle volte d’agosto mi sento i brividi, la gente impazzisce, hai mai visto che escono fuori tutti i matti, girano coi carrelli, quegli sbandati col cappotto, scalzi, li vedi… sono mondi che vengono fuori dalle viscere della terra e fa talmente caldo che sembra ti vogliano trascinare negli inferni da cui provengono».
Giancarlo: «Ma il caldo ti ha fatto sviluppare le tue doti di filosofo?».
Maurizio: «Sai quando faccio la notte spesso mi porto libri, così mi passa prima il tempo, poi mi trovo a riflettere e, così…».
Giancarlo: «Eh? Notte và».
Maurizio: «Magari sbrocco pure io».
Giancarlo: «Non dicevo questo, ma sono già le nove, fra poco arrivano per il ritiro e voglio prima finire il giro».
Francesco: «Si hai ragione ciao, a domani».

Nel caveau: Lucia conta le mazzette di denaro che passa a fascette a Marta.
Marta le pone in delle sacche nere: «E con questa siamo a trecentocinquanta mila». Lucia: «Abbiamo finito».
Marta: «Si, con i quattrocentomila che sono di là, fanno quasi sette e mezzo».
Lucia prende il telefono: «Siamo pronte».
Nella sala di controllo Giancarlo risponde: «Bene, il furgone è arrivato alla sede della Tiburtina, fra mezz’ora sono qui». Lucia chiude il telefono: «Marta se vuoi puoi andare. Devi solo firmare il foglio di conteggio e chiusura».
Marta: «Ma non dobbiamo essere in due almeno?».
Lucia: «Se per questo manca pure una guardia. Ma firma il foglio di consegna, se vuoi puoi anche andare a casa, aspetto io, è inutile che rimani oltre».
Marta:«Grazie dottoressa, sono veramente stanca».
Lucia: «Da domani sei in ferie?».
Marta:«Si, per due settimane, torna Paola domani».
Lucia: «Buone vacanze allora, poi al ritorno troverai un nuovo direttore».
Marta: «Ah.. non lo sapevo, dottoressa».
Lucia: «Neanche io, neanche io».
Marta esce e Lucia le chiude alle spalle girando due mandate la porta in ferro. Lucia si accende una sigaretta, si toglie le scarpe, apre l’armadio e indossa una giubba anti proiettile. Poi richiude l’armadio. Bussano alla porta.

Davanti ad un villino in mezzo al nulla, in fondo si vedono palazzoni di dieci piani. Davide e Melissa stanno in macchina, mangiano patatine e birra e ridono. Davide: «Quando i poliziotti mi fanno uscire dalla macchina io non so che dire».
Melissa : «E intanto il tuo amico?».
Davide: «Tranquillo, continuava con “na mi oh renghe kio”». Melissa ride. «Il poliziotto mi guarda storto, intorno solo mignotte e lui mi fa: che combinate qua a quest’ora? Io provo a spiegargli, “vede il mio amico è buddista e non ha fatto la preghiera, cosi gli ho detto fermiamoci un attimo quando l’hai finita guidi tu che io sono stanco”». Mentre lo dico l’altro poliziotto con il mitra bussa al finestrino, urlando: «’Aaaah froci».
Melissa: «Ecco hanno spento la luce».
Davide: «Facciamo al volo prima che finiscono la cena».
Melissa, esce rapida e con un’atleticità che non ti aspetti scavalca un cancello, salta dall’altra parte e si gira: «Dai vieni».
Davide ci prova, ci mette un poco di più: «Eccolo, arrivo».
Salito il muretto rimane a cavalcioni, sulla cinta Melissa guarda i nani, si gira verso Davide che ancora traffica per scavalcare il cancello: «Quale prendo?».
Davide: «Dotto o Pisolo, anzi Cutolo».
Melissa ne prende uno a caso e correndo lo lancia a Davide che sta in alto sul muretto, lui lo prende e mentre si gira per riscendere Melissa e già ricomparsa dall’altra parte. Davide: «Ma come hai fatto?».
Melissa: «Il cancello, l’ho aperto. C’era il pulsante».
Sale in macchina, gira le chiavi, accende, salgono rapidi, lei parte sgommando neanche fosse un bandito. Melissa e Davide ridono.
Melissa: «Ma chi è Cutolo?»
Davide: «Il nano camorrista, o’ Professore».
Melissa ride: «Ma come ti vengono».
Davide: «Non è mia è di Disegni. Ma dove stiamo andando?».
Melissa: «Da tua sorella».
Davide: «Ma noi si scherzava oggi».
Melissa: «Io no, io e Lucia ci conosciamo dalle superiori e adesso le mostro che bestia sei, rapire dei poveri nani indifesi».
Davide : «Ma stai scherzando, e poi sei mia complice».
Melissa: «Si, però a me crederà, io sono una giovane indifesa; mentre tu godi di una pessima reputazione fratellino; dai la passiamo a salutare, poi ti faccio vedere una cosa».
Davide: «Quale?»
Melissa: «Una sorpresa, ti piacerà».
Davide: «Promesso?».
Melissa: «Se fai il bravo sì, promesso».
Davide: «No, questo non lo so».
Melissa: «Cosa non sai?».
Davide: «Se faccio il bravo. Non è mia intenzione».
Melissa: «Hanno ragione. Sei un delinquente, rapire così una ragazzina».
Davide: «Vedi che guidi tu».
Melissa: «Ma ho i guanti – li mostra – Niente impronte».

Nel sottoscala Riccardo guarda il telefonino tre minuti, passa Giancarlo con la divisa sotto di loro, alza il braccio con il pollice. Riccardo: «Stanno arrivando». Gianni: «Respira e non pensare».
Giancarlo bussa alla porta blindata, da dentro Lucia: «Si?».
Giancarlo: «Vado ad aprire, fra dieci minuti sono da voi». Lucia guarda i sacchi e sospira: «Chissà perché continuo a farmela sotto».

di Daniele De Sanctis

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